La vocazione è una combinazione di passione, attitudine e volontà. La passione riguarda ciò che ci piace,l‘attitudine ciò che facciamo bene e l’atteggiamento riguarda la volontà, ovvero se voglio e quanto voglio.
E’ chiaro quindi che nel coaching il lavoro sulla vocazione è un elemento sempre possibile, ognuno di noi ha una vocazione in embrione, ma il fatto che possa poi svilupparsi ed in quali tempi è strettamente legato alla dinamica di sviluppo del coachee.
La vocazione riguarda l’esito ultimo della nostra autorealizzazione e comporta l’accettazione della fatica, dell’ansia e della paura del cambiamento.
Spesso l’ostacolo più grande non è legato alle competenze, alle attitudini o alle abilità, ma alla capacità di esprimere coraggio, perseveranza e creatività, potenzialità principi su cui il coach lavora primariamente nella fase, sempre ricorsiva, dell’individuazione.
La ricerca della propria vocazione è spesso un viaggio emozionante, in cui, forse per la prima volta, mi guardo allo specchio.
A questo segue una sensazione di grande responsabilità, perchè la consapevolezza della nostra vocazione ci pone la domanda automatica: ora cosa faccio? Come metto a frutto questa combinazione vincente? In quali ambiti è possibile? Ho la volontà per farlo?
Il coach in questa fase mantiene sempre l’attenzione al principio di realtà, ovvero oltre al desiderio lavoriamo costantemente allo sviluppo attraverso il confronto con il contesto di vita della persona e l’ecologia delle scelte che si ipotizza di fare.
Uno straordinario viaggio alla scoperta della propria vocazione ed all’accompagnamento al viaggio, consiglio la visione di ” Will Hunting- Genio ribelle”.
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