Si è svolto il 19 novembre a Reggio Emilia il seminario Made in Italy4.0. Creatività, innovazione, manualità, ingegno organizzato da CNA. Tra i tanti interessanti temi trattati, quello che personalmente mi ha convinta ed interessata di più (anche per ovvie ragioni legate alla mia professione) c’è senz’altro il concetto – di per sè a metà fra terrorifico e salvifico – della fine del lavoro. Fine del lavoro intesa come fine dei paradigmi organizzativi, culturali e di business model che siamo abituati a considerare. Proprio un cambiamento strutturale e non solo economico. Ciò che facciamo fatica a comprendere è che ci dobbiamo proprio inventare nuovi modi di fare impresa, nuovi modelli di business, nuovi modelli organizzativi e nuove culture organizzative.
Il Capitale Sociale delle imprese assume quindi un ruolo fondamentale, così come i processi di social – Knowledge management, ben descritti dall’acronimo SMAC – Social, Mobile, Analytics, Cloud.
Per chi fa sviluppo organizzativo, consulenza di direzione ed in generale per chi si occupa di sviluppo d’impresa, cosa significa in pratica?
#1 – Approccio consulenziale molto orientato all’artiginalità eccellente; conoscenza del contesto generale e della cornice di settore, ma capacità di rompere gli schemi.
# 2 – Ottima capacità di ascolto e di contaminazione. Le imprese hanno bisogno di essere contaminate per superare la sindrome del NIH (Not Invented Here). La sacralità della tradizione che ci contraddistingue ci fa correre il rischio di non riuscire a competere, perchè siamo abituati a ripiegare su posizioni di rendita.
# 3 – Formazione metodologica forte, ma curiosità e disponibilità a farsi contaminare da diverse discipline, che possono combinarsi fra loro in modo unico ed inedito per quello specifico progetto di business
# 4 – Ottima capacità di fare rete, di creare dei network a cui possono attingere sia le aziende clienti (tramite passaparola referenziato) sia per combinare fra loro le competente e creare un team temporaneo ad alto ingaggio rispetto all’obiettivo dell’azienda, che sia strategico, gestionale, organizzativo, operativo.
# 5 – Visione sui Processi, competenze di Progetto ed attenzione alle Persone ed alla capacità dell’azienda di far crescere il proprio Capitale Sociale – Network e connessioni, Conoscenze e brevetti, Competenze e capacità di apprendere, disapprendere ed apprendere di nuovo.
# 6 – Umanesimo tecnologico, un dialogo continuo fra uomo, infrastrutture e tecnologia, ossia l’utilizzo delle tecnologie digital, social, open per connettere i gangli organizzativi e semplificare, snellire, velocizzare i processi, liberando tempo ed energie per il pensiero creativo e strategico – vera risorsa scarsa – e fare in modo che il flusso delle informazioni chiave non si interrompa mai.
In questo senso la tecnologia è al servizio dei processi e dei progetti e quindi delle persone, così come il funzionamento tecnologico e gli strumenti digitali possono influire sul modo di pensare un’organizzazione ed il suo funzionamento, attraverso un continuo scambio di visioni, paradigmi e modelli.