Secondo l’Eurostat le donne italiane sono tra le più escluse dal mondo del lavoro in Europa.
Quasi una donna su due in Italia nel 2015 pur essendo in età da lavoro era fuori dal mercato (45,9%) con un tasso di inattività di 20 punti superiore a quello degli uomini (25,9%), al top in Ue dopo Malta (27 punti).
In Italia la percentuale delle donne inattive tra i 25 e i 54 anni è del 34,1% (a poca distanza da Malta con il 34,2%) a fronte dell’11,4% in Slovenia e dell’11,6% in Svezia. Se poi si guarda al dato regionale si vede che le donne in età da lavoro inattive al Sud nel 2015 erano il 60,7% a fronte del 37,3% al Nord.
Non mi stupisco di certo.
Sono una donna e tocco con mano ogni giorno il fatto, banale come esempio ma concreto, che a parità di incarico ai colleghi maschi più frequentemente e naturalmente vengono riconosciuti compensi maggiori. Se vado con un collega maschio ad un colloquio di consulenza è molto frequente che si rivolgano prima a lui di me o che mi prendano per la sua assistente. Lo sguardo per un parere durante l’esposizione di un problema indugia maggiormente sul collega uomo, visto in azienda l’uomo (piuttosto che la donna) viene spesso e volentieri considerato il più capace di coglierne dinamiche e di saper meglio leggere i dati.
Riconosco queste dinamiche e questi atteggiamenti, me li aspetto e so di dover lavorare di più e meglio. Non è giusto, no. Ma è così.
Ma questa non è una guerra fra i generi, non ce l’ho con i colleghi maschi, anzi. Ho imparato molto da loro; ho studiato le regole del gioco ed ho capito che molti aspetti del modo di pensare e di affrontare le cose tipicamente maschile mi sono veramente utili come professionista e come persona in generale. Perciò credo che la conoscenza serva a tutti, per svelare e riconoscere i comportamenti che vanno bloccati (no, non sono la sua assistente. Ho 10.000 ore di consulenza sulle spalle. Le basta?) i comportamenti che vanno utilizzati a nostro vantaggio (Sono le persone che fanno i numeri, sa? Se non sa come trattarle i numeri non tornano. Se vuole posso darle due o tre dritte) ed anche i comportamenti che vanno accettati così come sono (ok, uno spritz me lo faccio anche io!).
Conoscere è potere, no? Vuoi conoscere di più e meglio come aumentare la tua consapevolezza ed il tuo empowerment?