Certo sembra una cosa un po’ ambiziosa…poeti, filosofi, scrittori, pittori hanno cercato di farlo da sempre.
In realtà l’approccio del #life coaching è un approccio pragmatico, fondato su di un metodo preciso che utilizza alcuni concetti fondamentali.
Una struttura snella insomma, ma nientaffatto banale.
Cosa c’è di banale infatti nello scoprire i propri obiettivi, i propri valori e le proprie specifiche risorse e potenzialità?
Quando i mie clienti si interessano al life coach?
Generalmente in occasione di una scelta importante, una situazione di incertezza o difficoltà che ci fa pensare “…ma che cosa faccio ora?”.
Oppure quando hanno la sensazione che il senso di ciò che stanno facendo stia loro un po’ sfuggendo, una sensazione che li accompagna giorno dopo giorno, fino al momento in cui sono pronti per esplorarla davvero.
In generale insomma quando siamo alla ricerca di una situazione di maggior benessere, maggior equilibrio fra i vari aspetti che compongono la nostra vita: amore, lavoro, carriera, amicizia, passioni.
Se pensiamo alla nostra cultura classica, già Platone affermava:
“Non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità, ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte.”
Ovvero l’apprendimento, la consapevolezza non debbono necessariamente passare da ciò che è sgradevolezza, fatica, dispiacere, carenza, ma al contrario facendo leva su ciò che per noi è piacevole, naturale, fonte di benessere e di felicità, possiamo fondare nuove basi su cui poggiare il percorso di sviluppo per noi e per le persone che ci chiedono un supporto.
Basi sicure, perchè derivano dalla nostra profonda autenticità, che spesso dimentichiamo nei ritmi e nelle richieste pressanti a cui siamo sottoposti.
Se volessimo utilizzare uno slogan che fotografi una esperienza di lifecoach, potremmo dire con Billy Wilder
“Il mistero della vita sta nella ricerca della bellezza.”
Tutti noi siamo in realtà alla ricerca di una maggiore bellezza, costentemente sentiamo la tensione verso il miglioramento, ma a volte non sappiamo come fare, come raggiungere la bellezza che è in noi, le nostre potenzialità, la nostra creatività.
L’ambiente che ci circonda è spesso l’immagine, l’estensione del nostro mondo interno, per migliorarlo possiamo quindi partire da noi.
Questo viaggio di scoperta è il vero privilegio e la bellezza di fare il coach: poter partecipare alla scoperta o ri-scoperta di sè di un’ altra persona, all’interno di una relazione di allenza, ascolto, accoglienza assolute. Assenza di giudizio, capacità di ascolto e di sintesi.
Il coaching quindi è soprattutto una relazione leale e gratificante, che ricerca e favorisce il cambiamento, attraverso lo sviluppo del pensiero in azione.
Secondo questa impostazione non si dà pensiero senza azione.
Il più grande fine della vita non è la conoscenza, ma l’azione – Thomas Henry Huxley
Vi segnalo in coda questo interessante articolo su di un’esperienza di LIFECOACHING rivolta a dirigenti, tratto da FOR rivista specializzata dell’AIF(Associazione Italiana Formatori).