dalla Stampa del 24 luglio 2012
La ricerca TOWER WATSON parla chiaro. Una delle situazioni più diffuse e più stressanti percepite dai lavoratori in azienda è l’incapacità di ascoltare dei vertici ed in generale di coloro che hanno posizioni apicali. Al di là del disagio personale, questo rappresenta sicuramente un costo anche in termini organizzativi. Essere incapaci ( o poco capaci) di ascoltare significa che non sappiamo capitalizzare il potere rappresentato dalle informazioni che ci potrebbero essere utili e il potere della leadership costruttiva che passa sempre anche attraverso la capacità di gestire l’emotività propria ed altrui.
I grandi leader, oltre che decisori, sono capaci di dare visione, dare sostegno, argomentare al cuore oltre che alla mente. Tutti noi abbiamo bisogno di trovare un significato in quel che facciamo e orientarci rispetto al nostro ruolo, nel mondo del lavoro come in quello personale. Spesso, i leader, i coordinatori, pensano che ascoltare significhi aderire al pensiero dell’altro. Usano l’equazione ” se ti ascolto tu penserai che sono daccordo con te”.Oppure temono di sembrare incerti, indecisi, troppo deboli, se “perdono tempo” ad ascoltare gli altri. Non dobbiamo confondere l’incertezza, la procrastinazione, con l’esercizio dell’arte dell’ascolto. Nei percorsi che propongo sulla comunicazione interpersonale, le vitamine della relazione sono 3: A.ascolto C.comunicazione E. empatia: ACE