La “bulimica emozionale”

L’argomento di oggi è la bulimia emozionale. Non so (e non credo) che questo termine faccia parte del glossario medico nè che sia stata mai diagnosticata a qualcuno.Qualche tempo fa ho condotto un laboratorio sulla scoperta delle proprie emozioni, rivolto ad un gruppo di allievi counsellor della Scuola Italiana Biosistemica di Bologna e alla fine del laboratorio mi sono definita appunto bulimica emozionale.Tante più emozioni sentivo e suscitavo, tanto meglio mi sentivo. Ovviamente le emozioni positive (gioia, serenità, trascendenza, felicità, entusiasmo) erano le prederite, ma lavorando con le emozioni ( e le persone! ) è impossibile prevedere ciò che accadrà in un gruppo.

La curva biosistemica ci insegna che ad un movimento di approfondimento (emozioni a livello energetico basso: tenerezza, serenità, tristezza, malinconia) segue sempre un rimpallo verso l’alto (emozioni a livello energetico alto: entusiamo, gioia intensa, rabbia, ansia elevata). Questo aspetto relativo alla neurofisionalogia delle emozioni può essere di grande utilità anche a livello di gestione di gruppi formativi in senso classico. Se il nostro gruppo vive un livello emotivo a curva energetica bassa, avrà bisogno dopo un po’ di “attivarsi” con la mente e con il corpo.
Se vogliamo che sia in grado di reggere un approfondimento concettuale impegnativo, dovremo prima prevedere momenti di lavoro anche con il corpo (magari una dinamica in cui ci si può muovere, un gioco, una situazione botta e risposta divertente…).
Le emozioni prendono sempre più piede anche nelle aule della formazione, tipicamente sede e regno del cognitivo, dell’analitico, del razionale, perchè le persone in azienda vivono anche di emozioni. Paradossalmente spesso è proprio il livello emotivo che può fare la differenza rispetto ad una performance. Il lavoro quindi con le persone spesso riguarda anche momenti di approfondimento in questa area, che può darci tra l’altro indicazioni precise su come stanno impattando i contenuti che portiamo sui partecipanti. Situazioni o vissuti di perplessità o di opposizione o di contestazione possono diventare occasioni preziose per aprire piccoli “camei” su come leggere l’emozione che stai provando, come la gestisci, che cosa ti dice di te e della tua vita. Che momento stai passando? Come tutto questo si inserisce nella tua esperienza? L’emozione è in realtà la nostra unica bussola di senso nello stare al mondo, essendo la fonte di discernimento tra ciò che ci piace e no, fra ciò che è pericoloso e ciò che no. Se ci togliessero le emozioni non potremmo scegliere neppure cosa mangiare oggi; saremmo in una empasse mortale. Quindi amo le emozioni e cerco sempre di suscitarne almeno un po’!
Emozionatevi quanto potete e poi scrivetemi cosa ne pensate..
alla prossima Annarita

 

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