Il Rapporto annuale Istat 2019 mette in luce un consolidamento sostanziale di tre fenomeni critici (denatalità, invecchiamento e migrazioni) e la necessità di individuare per ciascuno di essi le leve su cui agire per creare nuove opportunità per il futuro. In particolare, il contrasto del declino demografico passa per la rimozione degli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dei progetti di vita dei giovani.
Uscendo dalla famiglia di origine sempre più tardi, i giovani di oggi sperimentano percorsi esistenziali più frammentati rispetto alle precedenti generazioni, nei quali le tappe della transizione alla fase adulta della vita, a cominciare dal raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza economica, si spostano in avanti. L’analisi congiunta dei tempi e delle motivazioni di uscita dalla famiglia di origine suggerisce come la posticipazione della transizione allo stato adulto stia assumendo sempre più un carattere strutturale.
Al 1° gennaio 2018, i giovani dai 20 ai 34 anni sono 9 milioni e 630 mila, il 16 per cento del totale della popolazione residente; rispetto a 10 anni prima sono diminuiti di circa 1 milione 230 mila unità (erano il 19 per cento della popolazione al 1° gennaio 2008). Più della metà dei 20-34enni (5,5 milioni) è tuttora celibe o nubile e vive con almeno un genitore.Con queste premesse, viene da chiedersi se siamo (e saremo ancora) un popolo che guarda avanti e investe sul suo futuro o se invece dobbiamo perlopiù sentirci destinati a gestire e a manutenere il presente.
L’orientamento verso l’una o l’altra risposta dipenderà solo dalla nostra capacità di saper costruire sviluppo, convertendo in fattore “produttivo” la crescente “esperienza” che avremo sempre più acquisito con il lungo “mestiere del vivere”.
Come Orientatrice e Coach, lavoro con diverse generazioni: dalla generazione dei Babyboomer, alla generazione X fino ai Millenial. Orientare e sostenere nei processi decisionali, di crescita, di sviluppo professionale e di vita mi offre l’opportunità di contribuire alla costruzione di sviluppo. Sviluppo di potenzialità, di reti relazionali, di progettualità di cui abbiamo tutti un disperato bisogno. Le persone sono nate per progettare e per costruire una visione del futuro ed è nostro dovere, di professionisti e di adulti maturi, permettere e favorire questa co- progettualità. Ascolto, dialogo, orientamento, co-costruzione sono i passaggi chiave per aprirci alla possibilità di avere un futuro, l’unica strada possibile. I professionisti dell’orientamento, della formazione, dello sviluppo personale e professionale hanno il dovere di operare per favorire una capacità di dialogo, di impegno e di comprensione fra generazioni. E’ un imperativo etico non solo un dovere professionale.